Il calcio nel sangue si trova in parte in forma libera ed in parte legato a proteine plasmatiche, come l’albumina (80%) e le globiline (20%).  Generalmente si valuta la concentrazione complessiva di entrambe le forme,   la cosiddetta calcemia totale,  a cui le due frazioni contribuiscono in parti più o meno uguali.   Nell’organismo circa il 99% del calcio si trova depositato nelle ossa, nelle unghie e nei denti, mentre la porzione rimanente si trova nei tessuti e nei liquidi intravascolari. Oltre a garantire la solidità dell’apparato scheletrico,  il calcio è infatti essenziale per il normale funzionamento di muscoli,  cuore,  nervi e sistema endocrino;  la frazione libera (calcio ionizzato) interviene inoltre nella coagulazione del sangue e partecipa a numerose reazioni enzimatiche.  Un aumento della calcemia (ipercalcemia) si ha in caso di: iperparatiroidismo, tumori primitivi e secondari delle ossa, mieloma, linfoma di Burkitt, ipervitaminosi D, sarcoidosi,  malattia di Paget,  immobilizzazione prolungata,  sindrome latte-alcali,  ipertiroidismo, ipocorticosurrenalismo,  trattamento cronico con diuretici tiazidici e sali di litio. Una diminuzione della calcemia (ipocalcemia)  si rileva in caso di:  ipoparatiroidismo, pseudoipoparatiroidismo, deficit di vitamina D, rachitismo e osteomalacia, insufficienza renale cronica, nefropatie croniche, sindromi da malassorbimento intestinale, deficienza di magnesio, ipoalbuminemia,  pancreatine acuta.